Un percorso virtuale tra le piante officinali dell’Orto Botanico di Brera
Giugno 2020
L’Orto Botanico di Brera è chiuso ancora per qualche tempo per completare lavori di manutenzione straordinaria che lo renderanno ancor più accogliente per il visitatore.
In occasione della XVII Festa del Solstizio d’Estate – quest’anno dedicata al tema “Stare bene con le piante” – l’Orto Botanico di Brera vuole offrire uno sguardo virtuale a un estratto delle numerose specie, oltre 300, che compongono la collezione delle piante officinali.
Uno sguardo tra tradizione secolare e recenti acquisizioni scientifiche a proposito di virtù, usi e curiosità di parti delle piante.
La Festa del Solstizio d’Estate è un’iniziativa che ogni anno propone la Rete degli Orti Botanici della Lombardia di cui anche l’Orto Botanico di Brera fa parte.
Cenni storici
L’Orto Botanico di Brera è stato istituito nel 1774-1775 con finalità principalmente formative. Era un luogo in cui gli allora studenti che si formavano in farmacia e medicina potevano osservare e studiare sul campo molte piante officinali, coltivate nelle stesse aiuole che ancora oggi è possibile esplorare.
Ma la dedizione alle piante medicinali aveva radici ancor più lontane; fin dal Cinquecento l’area dell’Orto era stata il giardino dei Gesuiti di Palazzo Brera, che le coltivavano per rifornire la loro antica spezieria.
Nel rispetto di questa lunga e peculiare tradizione e del ruolo di formazione che il giardino ha avuto fin dall’istituzione e che prosegue ai nostri giorni, l’Orto Botanico di Brera offre ai visitatori una ricca collezione di piante medicinali: è anche la testimonianza di una stretta relazione che, più in generale, lega le piante officinali alla storia dell’uomo, da sempre. Una relazione che, dal Cinquecento in avanti, ha dato luogo alla fondazione di molti orti botanici come orti dei semplici, cioè orti dedicati alla coltivazione e allo studio di piante medicinali.
Echinacea (Echinacea purpurea)
Echinacea purpurea, pianta perenne medicinale della famiglia delle Asteraceae è spesso usata anche nei giardini come ornamentale per la vistosa e abbondante fioritura estiva. Gli indiani del Nord-America, luogo di origine, usavano la sua radice contro le morsicature dei serpenti, le febbri e le ferite difficili da guarire. I primi coloni del continente americano che osservarono questi utilizzi, adottarono la pianta come rimedio per il raffreddore e l’influenza. Negli anni più recenti si è largamente diffusa la conoscenza e l’apprezzamento dell’echinacea per la sua azione immunostimolante, ossia per l’azione di stimolo e rinforzo delle difese dell’organismo contro le infezioni.
Asteracee
Le Asteraceae sono una delle famiglie più ricche e numerose tra tutte quelle che il pianeta, nel suo complesso, ospita; comprende infatti circa 25.000 specie, diffuse dalle zone polari all’Equatore, dalle pianure alle più alte montagne. Anche per questo l’Orto Botanico dedica otto aiuole a questa famiglia che include molte specie frequentemente usate per adornare le case, come le gerbere o gli astri, ma di cui fanno parte importanti piante alimentari e piante medicinali usate anche nella medicina tradizionale (camomilla, carciofo, elicriso, cardo mariano, tarassaco).
Pino mugo (Pinus mugo)
Il pino mugo (Pinus mugo) è un arbusto della famiglia delle Pinaceae, molto diffusa nelle nostre Alpi, dove cresce spontaneo a quote anche alte. Dai giovani rami e dalle gemme si estrae, attraverso distillazione, il mugolio, prezioso olio essenziale avente un’efficace azione sull’apparato respiratorio contro tosse e bronchite, usato anche per la preparazione di caramelle con funzione lenitiva. In cosmetica viene utilizzato in detergenti per il suo effetto deodorante e purificante sulla pelle. Inoltre, è un importante ingrediente in liquori e grappe dall’azione digestiva.
Papavero da oppio (Papaver somniferum)
Il papavero da oppio (Papaver somniferum) è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Papaveraceae. La parte usata a scopo medicinale è il frutto immaturo da cui si estrae l’oppio, un liquido lattiginoso, o latice, secreto da speciali cellule escretrici. L’oppio possiede proprietà analgesiche e narcotiche, come la morfina, il suo principale e più abbondante componente attivo. I semi, che a maturazione perdono la tossicità, sono comunemente utilizzati nella cucina di diversi popoli per ottenere un olio alimentare.
La specie viene spesso coltivata anche a scopo ornamentale, in diverse cultivar.
Calendula (Calendula officinalis)
In De viribus herbarum di Macer Floridus, un antico erbario utilizzato dalla scuola medica salernitana e in cui vengono descritte le proprietà di alcune erbe medicinali, di Calendula officinalis (famiglia delle Asteraceae) si raccomandava di guardare il fiore in modo da migliorare la vista, purificare la mente e stimolare l’allegria. Un fiore gioioso, dunque, i cui petali racchiudono anche molte proprietà terapeutiche, tra cui quelle antinfiammatoria, antisettica, emolliente e cicatrizzante.
Di origine incerta, è stata introdotta in Italia a scopo ornamentale e in seguito si è inselvatichita in quasi tutte le regioni, nei prati incolti, sui cigli delle strade assolate e negli oliveti.
Grindelia (Grindelia robusta)
Grindelia robusta fa parte della famiglia delle Asteraceae. I fiori (capolini), quando sono ancora chiusi, hanno la particolarità di essere ricoperti da un’abbondante secrezione gommo-resinosa, da cui il nome inglese gumweed, letteralmente erba di gomma. Ed è proprio nella resina che si trovano i principi attivi utili nel trattamento dei disturbi del tratto respiratorio: asma, bronchite e tosse. L’uso risale al tempo degli Indiani della California, terra di origine della pianta. Furono poi i Gesuiti e i primi coloni a favorirne l’ingresso nella medicina ufficiale.
Grindelia (Grindelia robusta)
Oleandro (Nerium oleander)
Nerium oleander è un arbusto originario delle regioni mediterranee e dell’Asia e appartiene alla famiglia delle Apocynaceae. L’oleandro è una pianta ampiamente utilizzata per fini ornamentali, il cui fascino è però offuscato dalla ben nota forte tossicità di alcuni suoi composti. In tempi antichi, si credeva fosse giunto dalla terra di Colchide, ritenuta la patria della magia, ed era considerato una delle piante di Medea, figura ambigua dotata di straordinari poteri magici. Dai glicosidi (tra i composti organici dotati di effetto biologico terapeutico) contenuti nelle foglie si ottengono preparati farmaceutici dall’azione cardioattiva, cioè che agiscono sul cuore stimolandolo.
Iperico (Hypericum perforatum)
Hypericum perforatum, pianta perenne della famiglia delle Hypericaceae, è stata considerata per molto tempo una pianta magica ed il suo utilizzo era legato alla notte di San Giovanni (24 giugno) per la presunta capacità di cacciare spiriti maligni, streghe e demoni, da cui il nome comune Cacciadiavoli o erba di San Giovanni. Dai fiori si ottengono numerosi preparati per curare gli stati depressivi. Nella tradizione popolare si usa l’olio di iperico dal caratteristico colore rosso sangue, un estratto di fiori freschi macerati in olio d’oliva, che applicato sulla pelle lenisce le scottature lievi e i dolori reumatici.
Atropa belladonna (Atropa bella-donna)
Atropa bella-donna è una specie perenne di origine euroasiatica; appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Il nome della specie, che coincide col nome comune, si riferisce ad un’antica usanza per la quale le donne instillavano negli occhi il succo della bacca per dilatare le pupille in modo da esaltarne la bellezza. Il termine Atropa rimanda alla Parca greca Atropos, divinità mitologica che recideva il filo della vita, proprio per indicare la forte tossicità della pianta. Radici e foglie sono usate in preparati farmaceutici con proprietà analgesiche, narcotiche, antispastiche.
La collezione di salvie
Quella delle Lamiaceae è una delle famiglie aromatiche più importanti (di cui fanno parte tante aromatiche di uso comune come menta, lavanda, origano, timo, …) per la presenza lungo l’intera pianta di numerose ghiandole che secernono oli essenziali, ampiamente utilizzati in ambito farmaceutico, cosmetico ed erboristico. Nelle prime tre aiuole Sud dell’Orto Botanico sono collezionate circa 40 specie di salvie che comprendono sia autoctone italiane sia specie provenienti da numerose parti del mondo. Della collezione fanno parte salvie del Sud-America, che possono raggiungere 2-3 m di altezza e sfoggiano fioriture estivo-autunnali dai colori vistosi, rosso sgargiante o blu intenso.
Salvia moscatella (Salvia sclarea)
Salvia sclarea o salvia moscatella, è una delle specie autoctone italiane. La pianta è ricca di oli essenziali e veniva coltivata per usi officinali sin dall’antichità: come pianta medicinale per le proprietà antispastiche e eupeptiche (non ancora dimostrate scientificamente); in enologia trovava largo impiego per conferire al vino una nota di gusto simile a quella dell’uva moscatella e per profumare le botti.
Papavero californiano (Eschscholzia californica)
Eschscholzia californica o papavero californiano della famiglia della Papaveraceae è una pianta medicinale usata anche come ornamentale, perché offrono eleganti fioriture estive dal colore deciso.
Le parti aeree fiorite contengono composti con attività ansiolitica, sedativa e sonnifera. In cosmetica si producono creme utilizzate per effettuare massaggi lenitivi su tensioni muscolari. Presenta anche attività antibatterica e per questo è comunemente utilizzata in dentifrici e collutori.
L’aspetto dell’Orto Botanico è piuttosto rigoglioso in questo giugno 2020, governato nella prima metà del mese appena trascorsa da una prevalenza di temperature gradevoli o fresche e giornate piovose; nei diversi periodi e stagioni dell’anno, anche sulla base dell’andamento delle condizioni meteorologiche, l’Orto mostra un volto sempre diverso e offre l’opportunità di fruire in modo diverso dello sviluppo vegetativo delle sue specie.